Referendum. Forza Onida!!! Avanti per la libertà di voto

Dunque Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, è ricorso al Tar e al tribunale civile contro la mostruosità di un referendum che mette insieme temi diversi e chiede un’unica risposta coartando la libertà dell’elettore. Onida conferma che gli uomini veri usano la fama e il prestigio non per vendersi meglio ma per essere un po’ più liberi dei propri concittadini. Mi domando come si possa non essere d’accordo con lui, anche da parte di che dovesse sostenere la proposta di riforma costituzionale. Gli argomenti portati al voto, come risulta anche dalla sequenza di domande da plebiscito che sono state imposte da Renzi, sono tanti. E da quando un cittadino chiamato a pronunciarsi su più argomenti deve dare un unico sì o un unico no? Vedete, una delle argomentazioni brandite dal fronte del sì è che sia una allucinazione da esagitati vedere lo spettro dell’autoritarismo dietro la riforma. Può darsi, io non ne sono convinto in assoluto, ma può darsi. Però sono convinto, convintissimo che solo una cultura autoritaria (la stessa che sta trasformando la Rai in una vergognosa gazzetta di governo, anche frantumando reputazioni conquistate nei decenni) possa concepire l’idea che si debba dare un’unica risposta in blocco a cinque-sei domande.
Vi immaginate se ai suoi tempi Pannella ci avesse chiesto non un “sì” o un “no” su ogni specifico quesito dei referendum radicali, ma avesse imposto una domanda del genere: sei d’accordo con i referendum radicali che vogliono abolire i ministeri degli sprechi, impedire gli abusi della polizia e dare la possibilità alle donne di decidere liberamente il proprio futuro?

Pannella, per il quale non ho provato molte simpatie, non sarebbe mai nemmeno stato sfiorato dall’idea. E d’altronde non aveva il potere per imporre un simile sfregio alla democrazia.  Figurarsi rifacendo in lungo e in largo la Costituzione. Ecco, se non c’è una cultura autoritaria, questo è il momento di battere un colpo. E di dire: scusate, noi abbiamo fatto un’ottima proposta per ila Paese, ma senza accorgercene stavamo facendo una porcheria sul modo di votarla. Siccome crediamo sinceramente nella democrazia, e la nostra proposta di Costituzione serve proprio a rafforzarla, decidiamo che sarà data ai cittadini la libertà di scelta che le democrazie garantiscono. Per ora, in attesa che qualcuno lo dica, forza Onida!
P.S. Qualcuno chiamerà Onida “professorone”. E noi gli ricorderemo che questo signore, dopo avere concluso la sua permanenza alla Corte Costituzionale, scelse di andare a fare il volontario in carcere…Si attendono esempi comparabili

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17 commenti

  1. stent032012

    Un quesito referendario posto in tal modo è figlio dell’arroganza di piccoli individui che sono cresciuti nutrendosi di sola ignoranza.
    Se questa classe politica è il “nuovo” che avanza, è la classe “innovatrice”, allora che Dio ce ne scampi e che gli Italiani si sveglino e li mandino a casa al più presto.
    Questi disgraziati non vanno oltre al concepire che il “diritto” è un colpo del tennis, sono veramente dei dilettanti allo sbaraglio su tutti i fronti.
    L’umiltà e la saggezza di chiedere a chi ne sa qualcosa in più manco gli passa per la testa (perchè ciò avvenga bisognerebbe averne una). Forza Onida !!!
    Sergio

  2. Ineccepibile, inoltre stimo molto il Prof. Onida. Ma mi chiedo se queste pur doverose iniziative porteranno ad uno spacchettamento e/o ad un rinvio, come farebbe comodo a mandanti e cultori della “riforma”.

  3. Grazie Nando e grazie soprattutto al sempre grande e coerente Valerio Onida, sempre coerente in difesa della libertà di voto e nel rispetto dell’articolo 138 della Costituzione che prevede che il cittadino vada a votare un si o un no per quesiti omogenei e coerenti, che permettano di identificare co chiareza e consapevolezza la volonta’
    dell’elettore. In questo caso il pronunciamento con unico quesito su 43 articoli modificati riduce la chiamata alle urne dei cittadini a un voto plebiscitario.
    Qualora il quesito di Onida venga accolto
    andremo a esprimerci su diversi quesiti riguardanti gruppi omognei di articoli da modificare o non modificare..
    Grazie Valerio Onida!!!

  4. No, questa volta Onida – che stimo molto – sbaglia. Il quesito e’ chiaro e rispetta le intenzioni e il testo della parte della Costituzione riformata. Se poi si usa questo punto in funzione di parte, liberi di farlo ma non raccontiamoci cose inesistenti.

  5. Il business delle legislature corte : il punto che fa maggiormente paura alla casta (e per cui invita a votare “no”) è quello relativo al rafforzamento dei poteri del governo : a rischio è il business delle elezioni

    Mi spiego : un governo stabile produce elezioni alla naturale scadenza . Mentre invece la instabilità produce elezioni anticipate e legislature corte : due e mezzo / max tre anni in luogo dei canonici cinque .

    E legislature corte offrono maggiori possibilità di ricambio del personale politico eletto e dunque maggiori quantità di vitalizi da “fatturare” .

    La partitocrazia persegue le stesse logiche di una azienda privata !

  6. Un’altra bufala da sfatare : i nuovi senatori non-eletti

    Non è importante che siano eletti direttamente . E’ importante che siano eletti : infatti è fuorviante parlare semplicemente di elezione di 2° grado per il nuovo senato

    Questo perchè i grandi elettori (consigleri regionali , grandi sindaci …) sono vincolati a eleggere i nuovi senatori nel LORO STESSO AMBITO . E tutti i grandi elettori godono di legittimazione popolare in quanto eletti dai popoli delle rispettive regioni/città

    • Non ho letto Onida, ma ho letto i commenti. I nuovi senatori saranno stati eletti per governare le loro città e le loro regioni. Lavoro improbo e impegnativo. Basta vedere l’agenda di un bravo sindaco. Questo doppio lavoro con trasferimenti su e giù da Roma ( trasferte che saranno sicuramente pagate da noi) peggioreranno tempo e qualità del loro impegno nei compiti per i quali saranno stati votati. In compenso, non delibereranno più su molte questioni che riguardano il loro territorio ( che il governo centralizzerà e per le quali avrebbero competenza e conoscenza) ma su questioni internazionali sì, senza avere il tempo, a meno che non siano dei superman che restano svegli anche nelle ore in cui gli altri dormono ( come me stanotte) di studiarsele. Una bella responsabilità, un impegno pazzesco volendo far bene le due cose. In più avranno l’immunità, quando la maggior corruzione si annida negli enti locali. La loro partecipazione al senato sarà anche incasinata e mutevole visto che le elezioni amministrative si tengono in tempi diversi nei vari enti locali. Un senato carosello. Che poi, anche se non decide in modo vincolante dovrà dovunque dare un parere, che la camera dovrà esaminare per poi decidere definitivamente, anche su questioni su cui non ha potere di deliberare. Le fattispecie del processo di formazione delle leggi sono, pare, circa dodici.mNon mi sembra una grande semplificazione. In compenso offriamo,ai corrotti la possibilità di restare impuniti.

    • Concordo che è un pasticcio , e che meglio sarebbe stato eliminarlo del tutto , il senato . E’ mancata la forza e forse si voleva instaurare una Camera rappresentativa delle Autonomnie che compensasse la perdità di una grossa fetta di autonomia di SPESA delle regioni . Per quanto riguarda le immunità concordo che dovrebbero essere tolte … dopodichè è pur sempre meglio avere 630+100 = 730 politicanti con l’immunità penale , piuttosto che i 945 attuali . Infine una battuta : l’ottimo è nemico del bene (è un detto popolare)

  7. Il problema sono i senatori ? Scusate , se qs nuova camera – che si chiama Senato delle Autonomie – fosse eletta direttamente dai cittadini delle regioni , ebbene , sarebbe una truffa linguistica : in che cosa si differenzierebbe dal Senato attuale e vigente ?

    E infatti , in realtà , non è importante che siano eletti direttamente . E’ importante che siano eletti : ed è fuorviante parlare semplicemente di elezione di 2° grado per il nuovo senato

    Questo perchè i grandi elettori (consigleri regionali , grandi sindaci …) sono vincolati a eleggere i nuovi senatori nel LORO STESSO AMBITO . E tutti i grandi elettori godono di legittimazione popolare in quanto eletti dai popoli delle rispettive regioni/città

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