Una bella favola sul referendum (scritta da me medesimo)
C’era una volta un paese ricco d’arte e di storia. Che a cagione di sue misteriose deformazioni aveva generato una immensa classe di cittadini che mai aveva svolto un lavoro come quelli che si insegnano sui sussidiari: né fabbro né ingegnere, né medico né falegname. Terminata che avevano la scuola, costoro avevano subito praticato il mestiere di “politici”. Di politica da sempre vivevano e avevano in gran timore abbandonarla. Alcuni di essi, è giusto dirlo, trovavano in quella occupazione motivo di perseguire qualche buon fine. La maggioranza pensava invece a come aumentare i vantaggi della propria condizione, e per questo aveva sviluppato nel tempo una straordinaria propensione all’obbedienza verso chi amministrava quel vasto groviglio di cariche e funzioni. Il popolo li osservava, ora maledicendoli ora cercando di ingraziarseli.
Soprattutto nessuno era in grado di costringerli a lavorare quanto la gente comune. Essi avevano infatti ritmi loro propri, dediti com’erano all’arte della affabulazione e dei convivi. Poiché, in forza di una legge astrusa assai, il popolo non poteva più eleggere i propri rappresentanti in parlamento, costoro avevano riempito di diritto il parlamento stesso; composto, secondo la Costituzione di quel paese, da due Camere adibite con eguali poteri ad approvar le leggi.
Successe così che questo parlamento, già scarsamente funzionante, prese i loro ritmi e si abituò a lavorare circa due giorni, due giorni e mezzo a settimana, a volte perfino tre, a volte uno e mezzo. Fatto sta che le cose in quel paese non andavano bene da tempo. Ubiqua vi era la corruzione e molto era cresciuta l’influenza di ladri e malfattori di ogni risma. Allora costoro, che più avevano responsabilità di mene, omissioni e cortigianerie, ebbero un’idea luminosa: convocarono il popolo e gli dissero che il paese non andava bene a causa della sua Costituzione. C’è bisogno di buone leggi, dicevano, ma fare buone leggi era cosa lunga assai. Tutta colpa della “navetta”. La folla non capiva. Sicché costoro chiarirono da veri dotti che “navetta” era il passaggio delle leggi tra le due camere del parlamento. Non dissero al popolo che, lavorando essi la metà del tempo degli altri cittadini, era solo naturale che le leggi procedessero a rilento. Come succederebbe a maestri oziosi, condannati dalla pigrizia stessa a non finire i programmi scolastici. O a maestranze poltrone che lavorando a giorni alterni vedano procedere lentamente i ponti e le strade a cui attendono.
A chi di questi il popolo consentirebbe mai di dar colpa dei propri ozi alle leggi superiori? E invece il caso volle che gli oziosi trovassero masse acclamanti, felici di farsi turlupinare, eccitate dall’idea di cambiare qualcosa, poiché non si poteva più “andare avanti così”. Fu un tripudio di intellettuali e giornalisti e politici. Nemmeno dissero, questi ultimi, che spesso facevano sparire di proposito le leggi in una camera dopo averle approvate nell’altra, così da prendersi la gloria della legge ma non le noie derivanti dall’entrata in vigore della stessa. Né dissero che allo schioccar di dita di principi e reucci (poiché quel paese anche la genia dei reucci a un certo punto conobbe) le leggi potevano essere votate in una settimana. Sia che fossero buone (e ogni tanto capitava, specie se i malfattori esageravano uccidendo con sconquasso qualche galantuomo) sia che fossero cattive, il che invero più spesso capitava.
In realtà il paese, pur malconcio, non sembrava credere del tutto che l’origine dei suoi mali e delle sue poche buone leggi stesse nella Costituzione. Allora il consiglio dei vati lo ammonì che se non ci avesse creduto, terribile sarebbe stata la punizione divina, e si sarebbe alzato il livello del mare, che alcuni esorcisti chiamavano lo spread. E spiegarono che la Costituzione costava, costava molto. Finché un giorno un ragazzino di quelli che leggono e sanno far di conto si parò loro dinnanzi e chiese, come su ispirazione di felice folletto, “Squisiti Messeri, forse è la rima che vi inganna; ma è la corruzione, non la Costituzione, che costa tanto, tantissimo. Perché allora, se il risparmiare vi sta sì a cuore, non fate leggi severe contro i ladri del pubblico denaro? Per quale sortilegio avete più in cagnesco la Costituzione che la corruzione?” Ci fu il gelo assoluto. Ma qualcuno fece circolare la scena insolente sugli schermi e sui telefoni del tempo. E da ogni località del paese partì un applauso, che lì si riunì con gli altri come per prodigio. Facendosi uragano.
(scritto sul Fatto Quotidiano del 12.11.2016)
Massimo Giannini
E glielo vada a dire a quelli del PD…
Elena Di Lorenzo
Sei Unico Professore ! Peccato non sia una favola
Aurora Caputo
Bellissima favola vera!
Mariella Milazzo
anche se, caro dott. Nando dalla Chiesa, nonostante vengano condannati, rimangono al loro posto. A Palermo la lista è lunga. Purtroppo.
Domenico Acquaviva
Bella Bravo davvero.
Alessandro Porcaro
Ma agli itagliani questa situazione stà ancor bene
e perchè una rivoluzione ancor non vene?
Filippo Franceschi
Neanche Sapkowski nei giorni ispirati
Angela Piraino
Geniale
Anna Esposito
Sante parole
Cettina Galati
Bella favola, Prof.! Grazie.
Matteo Lorusso
Ed ancora una volta viene fuori l’artista della scrittura!
Mena Girolami
Bravo Bravo Bravo Professore più chiaro di così. …………..
Chiara Loschi
Di buona e sana robusta Costituzione: affermazione che, mi pare, vada sempre a braccetto con una filastrocca. Ieri come oggi.
Rosanna Desogus
Immenso
Teresa Pirritano
Efficace. Grazie, condivido. Buona domenica
Lorenzo Caiolo
UN GRANDE GRAZIE. molto molto efficace e “realistica”. Divulghiamo al massimo!!!!!!!!!!!
Renata Biagioli
Grazie professore ha scritto la favola della verità
Raffaele Giannini
Ma che speranze abbiamo con un popolo italiano, che altro non è diventato che una specie di rana bollita! https://www.youtube.com/watch?v=hyZgv4BlgCI
Massimo Pichi
Buongiorno e buona domenica! Caro Nando quanto tu dici e’ la Sacrosanta verità. Ius: ars boni et aequi. In Italia abbiamo la disposizione, cui, segue la norma e non dico altro….di mio, con grande rispetto per una justa redenzione attuerei i lavori forzati e il risarcimento diretto del danno a chi ha subito nocumento. Questa e’ la via deila credibilità, cui, si deve ai cittadini che fermamente credono all’Inderogabile principio dell’Istituzione. Con tanta gratitudine per Onore, dignità e justitia! Un caro saluto. Massimo Pichi
Antonino Pistritto
Prescrizione sempre insabbiata
Cinzia de Lio
Bellissima!
Emanuela Colombo
Una cosa non esclude l’altra, il “benaltrismo” molto diffuso in questo paese no ha mai portato da nessuna parte, anzi è il modo migliore per bloccare qualsiasi iniziativa.
Ferdinando Rizzardo
Tea Sisto
Bella Nando dalla Chiesa, la condivido su pagina Anpi Brindisi.
Claudio Cacciavillani
Sottoscrivo parola per parola!
Silvano Maralfa
…Quando vi deciderete, signor presidente del consiglio e signor ministro della giustizia, a riformare le normative sulla PRESCRIZIONE e sul CONFLITTO d’INTERESSI, che tenete ancora chiuse nei cassetti da due anni, nonostante la solerzia del Dott. Gratteri, a cui avevate commissionato una relazione sulla riforma dei codici ? Quando finirà il ricatto di Al Fano e compari di ncd, nonchè dei “verdiniani” tipo Costa e D’Anna ?
Paolo Barbieri
CORAGGIOSE REALTA’ piùttosto che BELLE FAVOLE. Illustre professor Nando, più che di belle favole, avremmo bisogno di “coraggiose realtà”. Perchè solo la “cultura” che decida di farsi carico della guida del Paese, può condurlo fuori dalla palude nella quale si dibatte da troppe legislature, per la mediocrità che occupa indegnamente il Parlamento. Una coraggiosa realtà che riporti in quel luogo-istituzione da cui tutto discende, il rigore morale e culturale, le competenze e l’orientamento al bene comune indispensabili per condurre un grande Paese ed il suo popolo sulla via di un impegnativo percorso di recupero di equità e dignità. Non bastano belle parole e ottimi pensieri perchè come disse Gandhi ” Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, le nostre parole (o favole) per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni efficaci. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.” (a partire dal tuo Paese). In Spagna Podemos è nato da un nucleo di professori e solo entità sociali possono diventare incisive in questo tempo in cui la politica come tale ha perduto ogni credibilità! Coraggio professore! Paolo Barbieri per un NO EVOLUTIVO!
Dony Romy
Esattamente, perché i ladri sono fuori?
Marcello Meucci
professore, mio professore !!!!!
Luigi Spreafico
Qui si fanno semmai leggi “ad personam”: perché mai dovrebbero agire da autolesionisti?
Michele Robillotta
Già Perché?
Vittorio Caloni
Ma perchè il Kapo del governo è anche il Kapò protettore dei corruttori, ladri, evasori,ecc…ecc… Lui a questa gentaglia invece di combatterli e arrestarli , preferisce fare condoni, sconti agli evasori, e i porci che portano denaro all’estero non esistono.. non nominarli!! tenere tutto nascosto!.
Elena Maglione
Purtroppo è difficile rendere realtà le favole, a loro non conviene
Giovy Irollo
Antimo la favoletta della buonanotte
Antimo Verde
Vediamo!
Marco Patuzzo
provo a dare una risposta : perché la maggior parte della nostra classe politica, almeno quella che conta, è scelta dai gruppi di potere ed a quelli si deve sottomettere se vuole continuare
Giuseppe Bertella
concordo concordo concordo………
Andrea Cucchi
MA E’ SEEEEMPRE STATO COSI’
Marco Patuzzo
certo è la storia del mondo, chi è ricco vuole diventare ancoro più ricco, chi non lo è lo vuole diventare. Chi manovra veramente i destini di noi tutti sono i grossi capitali, quelli che mettono in ginocchio gli stati speculando sui loro titoli, affamano i popoli giocando sul prezzo dei cerali, impediscono un corretto sviluppo attraverso l’imposizione degli OGM, e così via. Ma, domando, a quante persone interessa VERAMENTE questo discorso ? e poi … quanti lo possono condividere ( almeno in linea di massima ) ? … e quante sarebbero disposte a rivedere il proprio ‘benessere’ in funzione di una maggiore giustizia sociale ? ( scusa lo sproloquio
Fiorella Trocino
Hanno aggiustato le leggi che (ci fregano con il si è con il no) e non lo vediamo.
Marco Marasi
Basterebbero 2 leggi fatte bene, una contro la corruzione e una per il conflitto di interessi. L’ultima non tanto per Berlusconi, ma per non ritrovarci più figli di ex banchieri corrotti e criminali in parlamento.
Paolo Baroni
Sciocchezze! Basterebbe far rispettare le leggi che ci sono! (Ah il giustizialismo!)
accorgitene™
grazie…
Rita Posca
Reginalva da Silva
La classe politica italiana è, secondo me, la zavorra che trattiene questo paese.
Argia Sbolenfi
Gentile nessere
Le cui rime fanno piacere
Se Corruzione non è Costituzione
Votar Si non peggiorerà la situazione
Marcella Montanaro
Perché solo loro i primi i magnoni
Antonella Grossi
Grande!!!!
Beppe D'Ercole
Complimenti per la delicatissima favola! L’ho condivisa nel Gruppo cinque.otto & tre.quattro e rimarrà in testa per qualche giorno (il gruppo era nato per fare un po’ di “sfrugugliamento” sui milioni di voti persi da destra e sinistra un paio di elezioni fa, poi è diventato un gruppo di discussione di oltre 3.000 componenti). Ancora complimenti! Sarebbe bello poter fare qualcosa per cambiare: improbabile!
Domitilla Massimo
Grandiosa
Lillo Olivieri
vorrei aggiungere una realtà nella nostra UE…
In Grecia esiste una sola Camera e 300 deputati… non mi pare che l’economia dipende dalla loro Costituzione….:)