Noticine sui referendum. Per l’uso e il pensiero (perché il diavolo sta nei dettagli)
Ma siete proprio dei bei tipi, amici blogghisti. Sapete che cosa ho notato? Che se piazzo la parola referendum nel titolo del post le visite aumentano, talora schizzano a livelli altissimi. Altrimenti calma piatta o quasi. Ma così si ragiona ai tempi della gugolite (da google). Ve lo ripeto: se io ragionassi in questo modo per le mie bibliografie o lezioni sulla mafia, non arriverei mai al “Cigno”, e nemmeno a “Chi gioca solo”, e meno che mai a “Meri per sempre”, che ha la “i” nel libro e la “y” nel film (da cui è tratta la foto; a proposito: lo abbiamo visto e discusso ieri a Monaco). Insomma, rischiate di perdervi qualcosa che vi può interessare, dato che a volte cercate in blocco tutto ciò che ho scritto sui referendum. E poi….E poi questa iattura del 4 dicembre non ci piove dal cielo. Ma è figlia di uno spirito del tempo, che è all’ origine sia della legge sia della decisione di sostenerla in nome della saggezza politica. Di qualcosa che attraversa le nostre giornate. Il sì al referendum ha dietro filoni culturali importanti, segna il rovesciamento della nozione di cittadinanza attiva, indica una ricostruzione dell’idea di “buon senso”, da intendere come obbedienza di partito o accodamento intelligente agli impulsi di un potere diffuso.
Perché altrimenti ieri sera un noto intellettuale di sinistra mi ha chiesto se sono per un “no duro e puro”? “Duro e puro”, capite? Espressione sempre più diffusa…Cogliete la profondità di questo inquinamento del dibattito e del pensiero? Se tu acconsenti sei ragionevole, se non acconsenti sei duro e puro (in fondo, giusto per arrivare alla conseguenza ultima, anche Ambrosoli era “duro e puro”. Non disse per questo Andreotti che “se l’era cercata”?). Lo so che a qualcuno non piacerà, ma la logica ha una sua forza: se tutte le posizioni che non piacciono sono “dure e pure”, ci si sottrae alla fatica del confronto. Che è esattamente l’obiettivo della “riforma”. Ma, ecco la conseguenza, non solo si parlerà di meno, si penserà anche di meno. E di queste trasformazioni minute qui spesso si parla, per episodi, per incisi veloci. Perciò, a parte gli scherzi, anche su questi dettagli quotidiani meditate, meditate….
Giancarla Carla Mazzon
Ancor più questo modo di pensare mi conferma che la mia scelta di votare No alla Riforma va nella giusta direzione.
Marino Cecchet
Sto leggendo il Suo libro. Anche se noi, cittadini comuni , abbiamo una conoscenza generica di tutti gli intrecci mafia/politica, entrare nei dettagli è devastante. Il mio rispetto e la mia ammirazione per Suo padre. Il sacrificio di tutti i magistrati, di tutti i poliziotti, il coraggio di andare avanti pur essendo coscienti di essere stati abbandonati dallo stato, è l’unica cosa che mi consente di non scivolare nel qualunquismo. Purtroppo il “tifo” per Di Pietro e per Lei, che a suo tempo vi siete candidati alle elezioni, non si è tradotto in una “promozione”. Cosa incomprensibile, interpretabile solo come invidia per i personaggi da Lei menzionati nel suo libro, ma senza la consapevolezza di poter cambiare, di capire che è all’interno della cabina elettorale il primo passo verso una società più civile.
Rosaria Busnardo
sono morbida e peccatrice. Voto No
Claudio Gatti
“duro e puro” riflette la mollezza prona ad ogni compromissione che li caratterizza. Un vago senso di colpa li rende reattivi: bisogna solo ricordargli che non hanno nemmeno il coraggio di rivendicare quel che sono.
MariaCarla Rossi
Mi chiedo semplicemente come hanno votato nel 2006 gli oltranzisti del “si”…
Massimo Giannini
La dissonanza cognitiva porta molti a fare quelle domande per poi magari accusare di non volere il cambiamento o il compromesso (un tempo era storico). In realtà è possibile che la persona non sia più né molto “intellettuale” né di “sinistra”, ammesso e non concesso che questa categoria esista ancora.
Sara Malaspina
Mi sono assunta la responsabilità di fare da referente del Comitato del No sul mio territorio. È stata una campagna che emotivamente mi ha segnato profondamente, vista anche la mia giovane età, è la prima esperienza forte. Da un lato, è stata meravigliosa, per l’inculturazione ricevuta; dall’altra, mortificante, per l’arroganza, le accuse e i colpi bassi del Pd. I valori della Costituzione non possono essere disattesi se vogliamo un futuro di libertà, di concordia, di giustizia sociale. È inaccettabile che si attribuisca alla nostra Carta colpe che sono esclusivamente di una classe politica incapace, inadeguata e corrotta. In bocca al lupo a tutti noi!
Daniela Marcandelli
Si sa, chi è molle e già di suo contaminato, si vende e/o svende più facilmente.
Iryna Gumenyuk
Che brutti espressioni di face,brutte facce!