Tullio De Mauro. In difesa della lingua

E così si ricomincia. Non a lavorare, perché il lavoro non è mai stato interrotto. E’ stato solo più bello. Senza l’obbligo di correre da una parte all’altra, con la musica preferita a fare compagnia tutto il tempo, con il caffé sempre a portata di mano, e potendo andare al cinema ogni tanto (stasera bellissimo, oltre ogni aspettativa, “Lion”; e allo spettacolo delle 22.30 eravamo in dodici!). Soprattutto, il lavoro è consistito prevalentemene nello scrivere il libro di cui vi ho detto: “Per fortuna faccio il Prof”. Mi prende molto, questo libro, mi prendono le memorie e i pensieri che mi sollecita.
Si ricomincia dunque a fare il prof. Sarà la settimana dei dottorati di ricerca tanto attesi, quelli in Studi sulla criminalità organizzata, ovvero gli studi reietti  da un’accademia ripiegata secolarmente sul proprio ombelico. Nel frattempo sono successe delle cose importanti. Tra queste la scomparsa di Tullio De Mauro, linguista insigne. Per uno come me, che si vanta di conoscere e di apprezzare la funzione della lingua italiana, è una perdita importante. Ho un bel ricordo di De Mauro, ministro dell’istruzione per un paio d’anni. Ne ho un bel ricordo personale, come ho un ricordo bello della sua prima moglie, Annamaria, donna di editoria intelligente e generosa, e morta molto giovane. Di lui mi è restata conficcato in testa quel monito, frutto delle sue ricerche: solo un italiano su tre è in grado di leggere e capire per intero il brano più semplice.
Nessuno è insostituibile, ma De Mauro è stato ed è davvero un grande punto di riferimento per una comunità bombardata dalla parola-poltiglia (altro che società liquida!) e dal gergo imbastardito dall’inglese, che fa dire “absaid” per abside o “Devid” anzichè David (di Donatello!): non dagli analfbabeti ma da gente istruita, o perfino nei telegiornali.
Iniziamo comunque con due belle notizie da Melampo: “Il cacciatore di stelle e altre fiabe” di mia sorella Rita (ma sì!) è primo in classifica tra i libri di fiabe per bimbi in età scolare. Mentre il programma di questo primo semestre del 2017, che vi svelerò, si è riempito di novità inaspettate. Buona settimana!

Leave a Reply

7 commenti

  1. Come sono d’accordo! Mi vengono i brividi quando sento come vengono storpiate (sempre più spesso) le parole, anche in contesti dove dovrebbe essere sommamente curate.

  2. Quando la forma è espressione di una buona sostanza. Non vado oltre, non mi piace polemizzare, specie in concomitanza ad un evento luttuoso. Una grave perdita per l’Italia, questo però va detto, anzi scritto !

  3. Pingback: SI RICOMINCIA A FARE IL PROF. ANCHE CON IL RICORDO DI TULLIO DE MAURO – ALGANEWS

  4. senza andare lontano, trovo insopportabile questa inflazione di “assolutamente si”, Quasi sempre in bocca a commedianti che si spacciano di volta in volta per : economisti, politologi, sociologi e consulenti di ogni forma e colore,

Next ArticleCivico97. Le giovani sentinelle della lotta alla corruzione