Il cartello della vergogna. Carugate, l’automobilista che insulta il portatore di handicap e due proposte

Mai come in questa estate mi è capitato di riflettere sul nuovo terrorismo di matrice islamica (poiché tale è; è inutile e anche un po’ idiota che si cerchi di eliminare la qualificazione spiegando che non bisogna alimentare “pregiudizi”). Mi è capitato di pensare una volta di più che non sempre la religione eleva la spiritualità dell’essere umano, ma spesso lo conferma nella sua natura più bestiale; a partire dai sacrifici umani e passando dalle crociate. Mi è capitato di pensare che le forme della nostra vita cambieranno, vedi l’annullamento del concerto di Rotterdam. Che in guerre come queste bisogna, senza dichiararlo, comportarsi come in guerra. Per esempio che i cittadini devono ricevere istruzioni su come reagire collettivamente quando tra loro spunta un accoltellatore (in un supermercato tedesco l’hanno saputo fare egregiamente). Ecc. ecc. Cose che inquietano, insomma.

Ma una cosa mi ha soprattutto colpito, del tutto diversa e apparentemente più piccola: il cartello di Carugate, comune della Brianza. Forse l’avrete visto. Qui un tipo ha bellamente posteggiato nello spazio riservato ai portatori di handicap. Qualcuno, come avrei fatto anch’io, ha avvisato i vigili e il tipo (che quindi non è stato lì solo 5 minuti di emergenza) si è beccato la multa al loro arrivo. Multa sacrosanta. Il furbo si è offeso, e non concependo che i cittadini possano, in quanto cittadini, difendere i diritti dei più deboli, ha dato direttamente la colpa al titolare dello spazio (come se poi lo spazio avesse per forza un nome e cognome). Ha vissuto come una ingiustizia il fatto che qualcuno si sia ribellato alla sua prepotenza, insomma. E ha affisso il seguente cartello sulla rete davanti allo spazio del posteggio: “A te handiccappato (con due “c”) che ieri hai chiamato i vigili per non fare 2 metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handiccappato (di nuovo con due “c”)….” Aggiungendo sotto in rosso: “Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia”. Tutto in stampatello maiuscolo con caratteri a computer belli grossi, in modo che la scrittura non sia riconoscibile. Una volta ci si sarebbe vergognati davanti allo specchio. Evidentemente 60 euro trasformano in animali, altro che non cambiare nulla.

In ogni caso sappiamo nell’ordine: a) che il furbo è un po’ analfabeta; b) che è del posto, perché ha avuto il tempo di scriversi il cartello e di appenderlo; fosse venuto da Sondrio non ne avrebbe avuto tempo e modo; c) infine che è un po’ fesso, perché ci sono gli estremi del reato e lui ha lasciato la firma, visto che i vigili hanno la sua targa. La procura di Monza ha aperto un’inchiesta. Ecco, non sarà difficile. Dopodiché proporrei di postare la sua foto su tutti i social, anche sapendo che troverà la sua quota di cretini disposti a farne un eroe. E soprattutto di condannarlo a due anni di assistenza ai portatori di handicap tutti i week end, specie quelli delle feste comandate. E lì i cretini non si faranno vedere. Perché i cretini in genere sono dei codardi.

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1 commento

  1. stent032012

    Non si augura mai del male a nessuno ma chi si comporta come il campione di vigliaccheria che ha scritto quel cartello, solitamente e presto o tardi che sia, viene punito direttamente dalla Vita: quest’ultima segue regole universali ancora a noi non sempre comprensibili ma è ormai certo che spesso la Vita dà ed altrettanto spesso la Vita toglie.
    Ecco sarebbe una bella cosa vedere che la Vita doni un po’ di cervello a tale infame (in modo che inizi a capire) per poi togliergli adeguatamente qualcosa che lo lasci in condizione di estrema difficoltà fino all’ultimo dei suoi giorni. Chissà.. un giorno potrebbe anche incontrare un cretino chi gli lascia un cartello anonimo su parabrezza…

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