La mafia come brand di successo. Fino a quando lo consentiremo? (a proposito di noi e dello Stato)
Le ricorrenze. Le commemorazioni. Le date simboliche nella storia di un Paese e nella vita delle persone. Domani 3 settembre ricorrerà il trentacinquesimo anniversario della strage mafiosa di via Carini, in cui vennero uccisi il prefetto di Palermo Carlo Alberto dalla Chiesa, e la giovane moglie Emanuela Setti Carraro, e in cui venne ferito a morte l’agente di scorta Domenico Russo. Fu una strage spartiacque: subito dopo passò finalmente in parlamento la legge La Torre-Rognoni che istituiva il reato di associazione mafiosa e prevedeva il sequestro e la confisca dei beni dei boss. Per l’Italia fu un trauma.
Che domani si commemorerà alla presenza delle massime autorità dello Stato. Un fatto incoraggiante. C’è però una questione che ormai non può più essere taciuta, e che vorrei sottoporre con doverosa nettezza proprio alle massime autorità dello Stato. Ed è la seguente. Per quanto tempo la memoria delle vittime di mafia, il dolore dei loro familiari, il sangue versato negli anni, dovranno essere impunemente irrisi e svillaneggiati da una miriade di attività commerciali e turistiche che hanno trasformato il nome e l’immagine della mafia in un marchio felice per vendere beni e servizi?
Come è possibile che ciò che ha seminato morte venga tranquillamente accettato come brand di successo per fare affari, graziosamente contrabbandato come fatto folclorico e innocente? Fioriscono le pizze alla mafiosa, le magliette che inneggiano alla mafia, i generi legati all’icona del Padrino, le trattorie e i caffè e i menù e i chioschi e le attività turistiche che sbandierano come attrazione ciò che ci ha regalato stragi e massacri. Basta andare in rete per trovare un campionario sterminato da fare ribollire (a me almeno) il sangue nelle vene. Avviene in Italia. Ma anche in Spagna, la terra dove i nostri latitanti diventano indisturbati imprenditori. O in Germania, la terra dove i clan stanno investendo a tappeto, tanto lì ci vorrà un secolo per approvare una legge sulla confisca dei beni.
Come è possibile che i turisti arrivino a Palermo all’aeroporto Falcone-Borsellino, che narra la grandezza di due eroi dell’antimafia, e poi una volta in Sicilia, magari a Taormina, gli stessi turisti trovino ad attenderli i tour del Padrino, per la serie “dài che ridere la mafia”? Perché ci si indigna per un busto oltraggiato nella notte da ragazzotti malavitosi, e si accetta invece imperturbabili una promozione della mafia alla luce del giorno e con tanto di pubblica licenza? Se aprissero ristoranti che inneggiano alle Brigate Rosse le autorità li farebbero (giustamente) chiudere in un giorno, e magari aprirebbero un’inchiesta sui titolari. Perché con la mafia non accade? Forse perché, in fondo, nonostante le centinaia e centinaia di vittime, i monumenti, le vie intitolate, le commemorazioni, essa continua (anche se meno di prima) a essere nei cromosomi dello Stato?
Sembra per certi aspetti di tornare agli anni del dopoguerra, quando commendatori settentrionali e “paglietta” meridionali scherzavano giulivi sui mafiosi, metà leggenda metà folclore, ritenuti inoffensivi anche se avevano fatto stragi di sindacalisti contadini per una decina d’anni. La mafia come scherzo, come gioco, che cosa vuoi che sia. Nella società di internet, poi; dove il messaggio vola cento volte di più…
Immagino l’obiezione. Queste cose si combattono con la cultura, con l’educazione. Ma il fatto è che la nostra scuola è impegnata da decenni a costruire educazione antimafia. Solo che i ragazzi a cui viene insegnato che la mafia è una cosa cattiva, vedono poi che è invece un marchio per vendere bene, e con la benedizione dello Stato. Nessuna educazione riesce a costruire una società civile se non è accompagnata da sanzioni. Né qui c’entrano nulla i reati di opinione. Gli attuali titolari di pizzerie e stand e caffè variamente inneggianti potranno sempre argomentare che secondo loro la mafia è cosa buona e giusta. Semplicemente lo Stato (uno Stato serio, uno Stato rispettoso di chi lo ha servito fino alla morte) non darà la licenza a questi signori per trasformare il delitto in marchio commerciale.
E’ così difficile? L’Unione Europea, a partire da denunce di giovani italiani all’estero che hanno trovato spazio inizialmente proprio sul “Fatto”, ha emesso una direttiva che condanna e vieta questa autentica prassi di vampirismo sociale. Bisogna dedurne che l’Italia non si dia molto da fare perché essa cessi all’estero e soprattutto entro i propri confini. Forse non la disturba l’idea di essere ancora associata all’immagine della mafia. Forse non è ancora convinta che chi è caduto contro le cosche lo abbia fatto per una causa superiore.
Ecco, sarebbe bello che a partire da domani le commemorazioni servissero a garantire comportamenti più responsabili. A dire che noi, grazie a queste vittime, non siamo più il paese che gioca con la mafia. A noi la mafia fa schifo davvero. E impediamo a chiunque di guadagnare legalmente facendone una bandiera. E’ possibile questa rivoluzione?
(scritto su Il Fatto Quotidiano del 2.9.17)
Emilio Masenzani
Alcune persone, nate e cresciute in certe aree…hanno radicata una cultura mafiosa dura a morire..
Pronti a tutto pur di ricevere un cenno di approvazione dal mafioso di turno..
Una sorta di rivalsa sociale
Tramandata da generazioni
Sabrina Greco
Uh! Sono nati mali!
..
Caterina Marchetti
È possibile! Ogni giorno…nella quotidianità….e a scuola….da li si comincia…comincio…sono una maestra e credo fermamente che la scuola…la classe sia una piccola società….partiamo da li
Linda Noviello
Partiamo dalla famiglia…
Caterina Marchetti
Giusto!!
Claudia Martino
Quando ho visto per la prima volta uno di questi ristoranti sono rimasta senza parole. Pazzesco.
Sabrina Lo Bue
Purtroppo in Italia ci sono persone che credono che la mafia sia argomento di folklore da trattare con leggerezza,bisognerebbe finirla di aprire ristoranti o souvenir che inneggiano la mafia,continuando così non ne usciremo mai dallo stereotipo Italia=mafia
Carla Faccio
Che schizza …senza parole …così funziona il mondo !
Maurizio Mezzatesta
Che schifo…
Sabrina Ghidini
Apologia alla mafia, che schifo. Andrebbero bombardati sui social con recensioni negative!
Antonyo Cucco
Che schifo…. :(..
Federica Castelli
Luca Panzeri
Nadia Landoni
Che schifo. Un vero affronto a tutte le vittime di mafia
Carla Colledan
Voglio credere che si possa
Antonella Cacciatore
Condivido ogni singola parola di questo articolo…cosi come non si può concretamente affermare il contrario.Anzi aggiungo, è pure motivo di gloria per certa gente fare del -business mafia- , perfino centri dove la mafia viene raccontata ai turisti e non…luoghi ben conosciuti ed il tutto,con la benedizione del politico o amministratore di turno…ed è li che sentire parlare di legalità ed educazione fa venire scusate il termine il vomito!!! La legalità si fa con i fatti non con le parole,ma se è complice un sistema … Ahimè vittime di mafia, familiari e società civile sono vittime per sempre…E personalmente a me fa schifo vivere in un contesto dove mafia,atteggiamento mafioso, mafia-business e tanto altro proliferano e tolgono vita e speranza alla gente onesta!
Luciana Bordin
A Milano in Bovisa avevano aperto un locale “Il Boss degli arancini”: per fortuna è durato poco!!!
Francesca Marzio
Viviamo in un Paese nel quale sono ormai saltate tutte le regole ad ogni livello . Il caos in atto è di fatto un modo per favorire criminali, prepotenti, corrotti a scapito del diritto e dunque della democrazia.
Luciana Bordin
Stamattina ero in questura in fila per rinnovare il passaporto.. una fila non troppo lunga ma comunque il servizio potrebbe essere migliorato.. ad un certo punto un signore, italiano, esordisce “io vivo in Africa e con 5 euro al poliziotto di turno avrei già risolto il problema” per fortuna una giovane ragazza vicino a lui gli ha risposto a tono …. ma secondo lui la colpa è del fatto che “in Italia paghiamo un sacco di gente che non lavora”!!!! e non voglio aggiungere commenti…..
Paolo Rapallino
se aprono la porta a sinistra, troverete una vetrina con il duce.
Silvano Maralfa
Purtroppo, anche domani leggeremo sui giornali di destra solo infamie contro gli immigrati…..
Borgo Borgo Jacaranda
penso che chi prevale con le imposizioni …ha perso in partenza in primis con se stesso …perche comunque tacitamente dimostra ,che se avesse giocato ad armi pari avrebbe perso ….
Marinella Carli Ballola
siamo proprio alla frutta….
Monica Capelli
No,ma, “se sienta alla mesa”?
Roberta Cariani
…vergogna……
Fabiana Cicirillo
É una vergogna, caro Nando ! Condivido il tuo pensiero e la tua indignazione! Personalmente non accedo a quel tipo di locali e se posso segnalo, ma so che é un’azione molto lieve! Occorre insegnare ai figli e ai nipoti a vergognarsi e ad indignarsi e non ad esserne quasi divertiti! Le istituzioni hanno le loro responsabilità e devono esercitare il ruolo educativo e repressivo/ sanzionatorio ed impedire che avvengano simili cose!
Sasa Scaleno
Basterebbe non metterci piede ma evidentemente l’offerta è supportata dalla domanda. La vera vergogna è che ci sia gente che trovi normale varcare quella soglia e uscirne non prima di aver digitato il pin per pagare il “servizio”.
Anna Sebastiana Bulone
Per quanto si possa fare ci sarà sempre qualcuno infettato da sottocultura che rappresenterà degli ignoranti stereotipi 🙁
Angela Teresa Baffaa
Vergogna
Maria Rosaria Woodfin
!
Mery Di Nicola
Purtroppo la mentalità mafiosa oggi ha cambiato sembianze, ma è ancora più che presente. Purtroppo
Fabiola Olgiati
Si è possibile! Sempre e in ogni momento
Laura Pasquinelli
Se la mafia ha potuto avere una vita così lunga, se ancora oggi esiste è perché una buona parte del popolo italiano la suppporta, o, nel migliore dei casi, la sopporta. La mafia è un male politico ma anche sociale che va dal sud al nord del nostro paese. . Se pensiamo che i mafiosi con il loro voto possono influire sull’andamento politico del nostro paese possiamo comprendere quanto sia drammatica la realtà italiana e quanto sia difficile sconfiggere la mafia.
Giuseppe Battaglia
Sono con te Nando.
Onore sempre al mio Generale.
Elisabetta Medas Aspen
Che squallore!!
Raffaella Pisano
Raffaella Pisano
Massimo Ferrari
Ciò significa che il Generale,quando parlava che la mafia dà ad alcuni dei servizi caramente pagati dai cittadini allo Stato e che invece è la mafia ad appropriarsene e ad elargirli, chiedendo in cambio omertà e complicità,aveva detto semplicemente la cosa fondamentale che nessuno ha ascoltato,e infatti ci sono queste vetrine
Albertina Peverati
Un paese civile non dovrebbe permettere queste cose è un affronto a tutte le vittime cadute x mano della mafia è non aver rispetto di queste persone che hanno dato la vita x il proprio paese /È uno schifo/
Laura Ciavarella
La Spagna è piena di questi ristoranti
Alfonso Giordano
!
Paola Bernetti
Oggi a Milazzo un carabiniere ha negato che in Sicilia esista la mafia. Pensavo fossero solo i mafiosi a farlo. La situazione è più grave di quanto pensassi!
Michela Diani
Oltretutto, francamente, mi pare di cattivo gusto. Certe cose assurde non solo dal punto di vista etico, ma anche logico.
Maria de Robbio
La mafia una rosa che significato vogliono far passare???? Lmaa fate qualcosa a è una vergogna
Laura Mainini
Vorrei capire !! Secondo Fiano non si potrebbero più pronunciare parole che riconducano al duce e al periodo fascista ma è permesso ad un ristorante un’insegna di questo tipo ?? C’è qualcosa che NON va in questo paese !! Fate una legge che proibisca la parola MAFIA ad un’insegna di un locale !! Non ho altro da aggiungere
Loredana Bondi
E’ una vergogna!
Paolo Siani
È indispensabile se vogliamo costruire finalmente un paese civile.
Patrizia Fattori
Che schifo
Maurizio Fattizzo
E solo vergognoso…..
Mena Girolami
Grazie Proff. E un piacere e un insegnamento leggerlo
Gaspare Trizzino
In una città come Palermo ed in uno Stato che ha avuto il disonore di intrattenere rapporti con la mafia , non è possibile nessuna rivoluzione. Ho apprezzato suo padre come uomo e come servitore di tutti i cittadini. Quando nel maggio del 1982 venne nominato a svolgere le funzioni di Prefetto per combattere la mafia, ricordo con grande dolore quel momento, dissi ai miei alunni che lo Stato aveva deciso di liberarsi di un personaggio scomodo. Ma non avrei mai potuto pensare che Dalla Chiesa nel giro di 4 mesi sarebbe stato trucidato insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
Stefano Renza
È uno SCHIFO!
Giuseppe Mazzanti
Salve sono certo di dover assolutamenre vietare alcuni comportamenti deviati ed inclini ad enfatizzare il male , i giovani sopratutto percepiscono la realtà nel pieno della crescita influenzati dai brutti esempi , non comprendo come gli adulti possono pubblicizzare tale cosa dannosa
Pierpaolo Floris
Caro Nando Dalla Chiesa, le organizzazioni criminali hanno seminato vento per un secolo abbondante e il fatto che avessero la targa italiana non aiuta a schivare la tempesta.
Sono stati versati fiumi di sangue e, oggi come ieri, scorrono fiumi di denaro.
Libri, film e serie tv narrano l’epica del crimine tricolore dandone a volte anche una immagine neppure troppo negativa.
La mafia è merda ma anche la merda, ben truccata , con una giusta prospettiva e con le luci giuste ha un suo appeal.
Questa insegna non sembra di un ristorante che sta in Italia.
Se nei paesi stranieri nessuno glielo vieta possono chiamare i locali come pare al padrone.
Potremmo impedire che accada qui, in Italia, per legge.
Roy Agosta
Beh, qui da noi in provincia di Alessandria, ci hanno provato (con ingenuità) a chiamare un bar tavola calda “Cosa nostra”! Beh, i tanti commenti e la pubblicità negativa ricevuta dopo la pubblicazione sulla rete della notizia a portato i gestori a rivedere l’insegna. Però una domanda mi sorge spontanea, come diceva qualcuno, possibile che l’ufficio del commercio/Sindaco delegato a rilasciare le autorizzazioni locali sul commercio, non abbiano pensato di vietare l’uso di un insegna simile? Fortuna vuole che la cittadinanza si è fatta sentire, e l’intelligenza dei proprietari ha fatto il resto.