Alessandro, la gioiosa lotta di un giovane creativo. Per una tivù diversa da quella dei bimbi travestiti da divi…

Il Torino nel cuore. Anche se abita a Lainate, hinterland milanese. Una passione di famiglia: dal nonno carabiniere innamorato dello squadrone di Valentino Mazzola, al padre pittore, direttore del grande museo del Toro di Grugliasco, dove vengono custodite l’elica dell’aereo caduto a Superga e la leggendaria balilla di Gigi Meroni. Alessandro Muliari ha una bella faccia da teen-ager adulto che sta cercando di trasformare l’amore per il calcio nel suo lavoro. L’idea gli venne a scuola qualche anno fa, mentre si cimentava con una versione di greco (“quella volta presi 3”). La noia e la difficoltà di tradurre gli fecero letteralmente volare la fantasia. Perché non costruire un format televisivo fondato sulla conoscenza del calcio? “Mi sono detto: ma perché tutti questi bambini mandati in tivù a scimmiottare i gesti e le pettinature dei cantanti o a fare i cuochi in miniatura? Perché questo spettacolo così deprimente e irrispettoso dell’infanzia? Non si può creare una trasmissione fatta su misura dei sogni veri dei bambini, che partono quasi sempre da un pallone?”.
Qui ci vuole un nuovo gioco a quiz, ha pensato. Avuta l’idea (e consegnata la versione), ci si è applicato sul serio. Così ha partorito un progetto per divertire i piccoli e tenere insieme in allegria le famiglie. “Lei deve pensare a un doppio livello di quiz. Uno sull’attualità, sui fatti e sui personaggi del calcio di oggi. I risultati, i cannonieri, le formazioni. E l’altro sulla storia del calcio, condita di aneddoti da andare a riprendersi dai decenni passati, immagini per esempio l’Avellino dell’80-’81. E’ allora che i padri e perfino i nonni tirano fuori i ricordi e gareggiano idealmente in televisione con figli e nipotini, perché la storia del calcio è anche storia di vita che passa tra le generazioni”.

Il giovanissimo creativo si entusiasma e incomincia a spedire il suo progetto a reti televisive, a portarli a mano a programmi e giornalisti sportivi. “Non mi diede retta praticamente nessuno. E io che immaginavo ‘vedono un ragazzo e si inteneriscono’. Macché. Qualche anima buona c’è stata, come Amadeus, gentile e attento. Ma senza seguito. Finché ho avuto il lampo di rivolgermi a una televisione privata di Torino, la città in cui si era svolta la grande storia granata. Si chiama Gpr TV. Lì trovai Alessandro Costa che credette nell’idea. Ci andavo gratis, nemmeno il rimborso spese, anzi mi misi a cercare qualche sponsor, perché era la condizione per partire con la trasmissione. Feci giri infiniti tra i commercianti della città. Mi sembrava di chiedere l’elemosina. Alla fine riuscii a tirar su tremila euro. Non era quel che ci voleva ma partimmo lo stesso. C’erano quattro categorie di domande: calcio flash (sulle ultime settimane), calcio recente, storia del calcio ed extra-calcio, ovvero cultura generale.”
Un’avventura bellissima. Giorno e orari tagliati su misura per le famiglie, il sabato pomeriggio dalle 13.45 alle 14.30. Concorrenti, i bambini delle prime medie, classe 2005. La gara a quiz non tra singoli ma tra squadre di quartieri diversi. Dieci bambini per parte, con il capitano a fare da portavoce e un unico adulto, l’allenatore. Un vero e proprio torneo in tredici puntate.

“Può sembrare che organizzare un gioco del genere sia facile. Invece ci vogliono impegno e fatica. Misurare le difficoltà delle domande, disporle nell’ordine giusto, studiarsi i giornali sportivi negli archivi…”.  Alessandro si blocca. Dice che attende ora la ripresa della trasmissione, le puntate dovrebbero ricominciare in primavera. Ma inizia a lavorare in lui un tarlo maligno. Il sospetto che un gioco così sia irrimediabilmente estraneo alla nostra cultura televisiva. Sicché, come saggia formica, si è preso una laurea triennale in servizi giuridici, con tesi sui diritti dei padri separati, e si è iscritto a Storia. “Mi piacerebbe insegnarla a scuola la storia”, e pensi subito che uno così potrebbe partire con grande successo proprio dalla storia del calcio. Tira fuori da un borsone un bellissimo libro pieno di foto e illustrazioni. Si intitola “L’eterna leggenda”, la storia del Torino, disegni di Giampaolo Muliari, il padre. E’ un regalo, segno di gratitudine per chi senza conoscerlo si è incuriosito al suo progetto. Sfogli le pagine, ne senti il profumo e ti auguri che qualcuno impedisca a quell’idea di insabbiarsi per sempre. Fra una trasmissione che manda in onda bambini che fanno moine come divi e una capace di eccitare la meravigliosa fantasia del pubblico delle Panini (foto), non avrei dubbi. O no?

(scritto su Il Fatto Quotidiano del 29.1.18)

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