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Tribiano. Correzione e precisazioni (correva l’anno 2017…)
Premessa. Il 28 gennaio del 2017 pubblicai sul Fatto un articolo sulle “Piccole vedette lombarde” che ognuno può rileggersi su questo Blog. L’articolo coinvolgeva fra l’altro, per quattro o cinque righe, la situazione del Comune di Tribiano, nell’hinterland sud-est di Milano. Il sindaco di Tribiano rispose con una replica, che venne pubblicata sul Fatto del 22 febbraio successivo, seguita da un mio errata-corrige di scuse verso il sindaco e verso i lettori. Mi è stato fatto notare che quel mio breve intervento non risulta in questa sede. Dunque volentieri lo pubblico per completezza e dovere di precisione.
“Quel riferimento a Tribiano era di una manciata di righe entro un articolo che raccontava con soddisfazione come in Lombardia su certe vicende di potere e di abusi ci sia voglia di parlare, di far sapere. Da qui l’immagine delle piccole vedette lombarde. L’ho scritto ripescando a memoria tra cose sentite e lette a proposito di decine di comuni lombardi. Tra cui Tribiano. Così ho ricordato un riferimento documentato a residenze o licenze date a soggetti calabresi in contesti discutibili. Ma il modo in cui mi sono espresso nelle due righe dell’articolo è scorretto e me ne scuso con il sindaco e con i lettori del “Fatto”. Mi riprometto, naturalmente, di tornarci in modo corretto.
Quanto alle auto. E’ vero, ho scritto nella fretta “bruciate” mentre erano state semplicemente “devastate”. Più precisamente: due volte al capogruppo dell’opposizione, una volta alla presidente dell’associazione ambientalista (“Un airone per Tribiano) strettamente collegata con il gruppo di opposizione, e una volta a suo marito, sempre a ridosso di momenti di scontro su importanti scelte amministrative. Dunque non tre ma quattro episodi di intimidazione, tre in un mese. E, dal momento che le auto non sono state “bruciate”, nessuno degli episodi è ipoteticamente riconducibile a un cortocircuito ma sono tutti palesemente intenzionali. Fatti di pubblica notorietà o denunciati ufficialmente all’Arma dei carabinieri. Il sindaco come mandante? Questo io non l’ho detto. Certo si può dedurre che a Tribiano il confronto democratico non sia dei più sereni e che andrebbe molto più vigilato da parte delle autorità statali. Questo si può?
Infine. Ieri il sindaco, essendo segretario provinciale di “Fratelli d’Italia” (cosa che nemmeno sapevo perché mi interessano i fatti e non le etichette), ha sostenuto in conferenza stampa che si sarebbe in presenza di un attacco politico al suo partito. Si tranquillizzi. Non ho nulla contro “Fratelli d’Italia” e l’ultima querela che mi sono preso dall’hinterland milanese per queste vicende è arrivata da un’esponente Pd. Mentre, per quel che riguarda il pregiudizio anti-calabrese, sono tra i promotori del “ponte Milano-Calabria” al quale stanno lavorando le scuole milanesi.”
Nando
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