Basilio Rizzo. Aspettando l’ultimo ruggito del leone

Il vecchio leone ha dato un’occhiata alla savana. Ne ha ripassato con nostalgia le fattezze. Ha preso atto che il vento e le intemperie l’hanno rimodellata, perché nulla resta uguale a prima. Ha esplorato con occhio esperto gli affossamenti nelle radure, i lasciti degli ultimi incendi, gli arbusti diradati, la fauna galoppante in lontananza. Ha fatto tutto all’alba, svegliato dalle prime lame di sole. Lo ha rifatto giorni dopo all’imbrunire, osservando il moto corsaro delle nuvole. Ha intuito che quel paesaggio di distese infinite di cui è stato il re non gli offre più felicità. La felicità della corsa ingovernabile, della zampata fulminea, del ruggito furente o amico. Ha avvertito come una distanza improvvisa, forse alzatasi nelle ultime lune, tra sé e il mondo che gli si imbandiva intorno. Così una sera ha lanciato il ruggito di addio e se ne è andato. Senza correre, senza fretta, con la umile solennità dei sovrani veri. Tornando nei luoghi da cui venne un giorno lontanissimo. A compiacersi di riposo e di saggezza.

Questo ho immaginato con una vena di malinconia quando ho saputo che Basilio Rizzo, storico e combattivo consigliere comunale di Milano, ha annunciato che non si ricandiderà alle prossime elezioni amministrative cittadine. Molti lettori sapranno di chi parliamo perché la fama di questo figlio di calabresi arrivati a Milano nel dopoguerra, che per cena si nutrivano della cicoria dei prati del Giambellino, è cresciuta nel tempo benché egli non abbia mai ricoperto incarichi nazionali. Sessantottino a Fisica, poi diventato professore di matematica e fisica alle superiori, è stato a Milano il simbolo della questione morale per quasi quarant’anni. Quel che ha fatto nel consiglio comunale milanese passando da un’epopea all’altra, da uno scandalo all’altro mentre grappoli di partiti vecchi e nuovi gli morivano intorno, fino a diventare un giorno presidente del consiglio comunale con Giuliano Pisapia sindaco, è davvero troppo per starci in questa rubrica. Ne fuoriesce di getto. Dovrò dunque limitarmi a dire che in tema di denunce contro la corruzione Rizzo ha regolarmente anticipato la magistratura, usando atti e fatti pubblici, non le inchieste giudiziarie; che dopo decenni (arrivò in consiglio comunale nel 1983 con Democrazia proletaria) nessuno può accennare nemmeno allusivamente a qualche sua debolezza, a qualche innocuo favore chiesto alla persona sbagliata o per la persona sbagliata. Si può dire ancora che ha fustigato (e quanto…) senza mai insultare, passando anche per le cause giudiziarie che questo paese sempre riserva a chi difende le istituzioni.

La sua storia denuda la futile verbosità dei rivoluzionari dalle ricette magiche, quelli che però quando tocca a loro ci ripensano sempre: mai più di due mandati, per non creare dei professionisti, dicono costoro da un trentennio o quasi. Basilio ha dimostrato che è una bufala. Gli elettori vogliono persone di cui fidarsi, che siano al primo o al decimo mandato non gliene importa nulla. E dell’orgoglioso leone della questione morale hanno dimostrato di fidarsi. Se ne è andato forse per evitare le battute maligne, ancora lì sei, proprio non riesci a staccarti dal posto in consiglio comunale, che per lui fra l’altro non è mai stato un mestiere. Chi lo sa che cos’ha pensato, e a chi ha pensato davvero rimirando la savana milanese. Avrà l’onore delle armi da chi è stato costretto a stimarlo. Certo di fronte a tante rivoluzioni fasulle la sua storia a Palazzo Marino è un autentico monumento contro il populismo. Venghino, venghino signori a vedere come si lascia una carica politica con dignità senza averlo prima mai né minacciato a reti unificate né promesso con le trombe. Semplicemente ascoltando il vento, rivedendo una lunga storia e lasciandoci sopra il penultimo ruggito. Perché l’ultimo arriverà in primavera, questo è sicuro.

(scritto su Il Fatto Quotidiano del 25.1.21)

Leave a Reply

1 commento

  1. Marco_B

    Buongiorno professore. Volevo ringraziarla per l’articolo sul Fatto di lunedì 8/2. Ho letto l’articolo e l’ho poi girato al giovane assessore comunale del mio paese, Simone. Mi ha risposto ringraziandomi, ma i ringraziamenti sono tutti per Lei. Mi ha detto che sta già contattando le ragazze dell’articolo e poi porterà la proposta in Comune.
    Un caro saluto, Marco, Buguggiate

Next ArticleRivolta climatica a Nord: incomincio da tre (ragazze)