NandoNando dalla Chiesa

All articles by Nando

 

Come si uccide un’associazione antimafia. Storia del Museo della ‘ndrangheta

E ora guardiamoci in faccia, noi che parteggiamo seriamente per l’antimafia. Non per finta o ragioni di immagine, ma seriamente. E chiediamoci che cosa dovrebbe fare secondo noi una associazione antimafia degna di questo nome. Soprattutto se per caso o grazie a norme favorevoli potesse contare su un minimo di risorse economiche. Ci piacerebbe se
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Ristoranti. Se l’educazione viene messa sul conto

Ragazzi, ma quante volte bisogna prendere atto che il diavolo sta nei dettagli? Appena pensi che si tratti di un proverbio vuoto, devi ricrederti e ne riscopri la grandezza. Perfino osservando lo scontrino di un ristorante. E mica per un prezzo taroccato o una somma bislacca. Troppo facile. Ma per qualcosa (il dettaglio appunto) che
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Miracolo Covid. E le tesi di laurea tornarono cose serie…

Questa ve la devo proprio raccontare. Costretto a maledire la peste cinese che semina morti e ci costringe a tamponi e isolamenti in serie, ho però visto il primo giorno dopo una quarantena (e prima di tornare subito a un nuovo “isolamento fiduciario”) anche i pregi del Covid. Signore e signori, grazie al Coronavirus le
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I diritti nella vita e i diritti in alambicco. E venne il tempo degli asterischi

Ebbene sì. Ho firmato la proposta di istituire su Trenord, ferrovie lombarde, delle carrozze speciali per sole donne. La petizione l’ha lanciata via change.org una giovane donna lombarda. Il motivo? Due aggressioni, in un caso anche violenza sessuale, in una stazione e su un treno delle ferrovie regionali sulla tratta Milano-Varese. Chi ha lanciato la
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Giornalismo e narcos. Il coraggio (quello vero) di Marcela e delle sue amiche

Queste “Storie italiane” saranno un po’ urticanti. Ed è possibile che stia dicendo qualcosa con cui, parodiando Woody Allen, non sono del tutto d’accordo. Ma vedete, da un po’ di tempo ho -se così posso dire- un rovello in più, tra i molti che è sensato avere. Ed è quello delle scorte vistose e onnipresenti
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Europa, i cicisbei del diritto. A proposito di Natale, di Giovanni e di Maria

Uno spettro s’aggira per l’Europa. Monta ovunque una specie umana non certo insolita ma a cui l’Unione Europea sta offrendo inimmaginabili archi di trionfo: sono i cicisbei del diritto, i ricamatori eccellenti di un diritto così fine, ma così fine, da fuoriuscire non visto, con abilità suprema, dal senno degli umani. Sono loro ad avere
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La scoperta del nuovo secolo: il vaccino, quello contro la malaria…

La coda in aeroporto è lunga e fitta, alla faccia del divieto di assembramenti. Claudio (che non è un nome di fantasia) mi punta d’improvviso uno sguardo interrogativo in faccia e mi chiede: ma tu lo sai qual è il più grande evento degli anni Duemila? Penso alle Torri gemelle, all’Afghanistan, ma lui non mi
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Pane nostro. Se la rivoluzione contadina profuma di futuro

“Occorre un cambio di paradigma”. Sicché tu credi che parlino di filosofia, invece parlano di pagnotte. “La diversità non è una minaccia ma un fattore di equilibrio”. Sicché tu credi che parlino di migrazioni, invece parlano di pomodori. Insomma, mettete dei filosofi, degli umanisti o dei genetisti a coltivare terra e sentirete echeggiare, anziché antichi
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Il “Cervino”: il sussidiario magico di quando ne sapevamo più di adesso

Aveva una copertina color verde tenero, su cui si stagliava un’immagine maestosa del Cervino. E “Cervino” era il titolo del libro. Uno stupendo, irripetuto sussidiario che faceva da “guida alla preparazione agli esami di quinta elementare”. Che allora erano chiamati “esami di Stato”: obbligatori per ottenere il primo titolo di studio a cui si potesse
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Il bambino che divenne medico. Per difenderci dal Covid e dalla sclerosi multipla

Che sorprese ti sforna la memoria. Vitale e disvelatrice schizza fuori d’improvviso da pertugi misteriosi. Così ultimamente mi ha portato in dono l’immagine di un bambino. La colloco con certezza nel 1974, l’anno del referendum sul divorzio e della doppia strage di Brescia e dell’Italicus. Eventi che avevo vissuto impotente lontano dall’Italia, prima felice poi
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Peppe Sini e Leonard Peltier, il Nelson Mandela degli indiani d’America

La lunga barba bianca evoca qualcosa a metà tra Engels e Zarathustra. E i decenni di impegno da cui è nato quel colore così solenne. Perché è dalla fine degli anni settanta che il nome di Peppe Sini (in foto) incrocia la vita di associazioni, circoli, riviste, attraverso la partecipazione o la promozione di pubbliche
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Buccinasco e il Nord. La violenza mafiosa non è andata in esilio

E ora, davanti ai fatti, proviamo a smetterla con la cantilena della mafia che è cambiata e non spara più. Che oramai sono solo soldi, niente violenza, tranne qualche balordo. Come fossimo davanti a una sorta di new wave mafiosa. Quel che è successo lunedì scorso a Buccinasco, alle porte sudovest di Milano, sembra un
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Profumo di cultura in Val Brembana. La mia (splendida) due giorni di fine estate

Mi scuso per il lungo silenzio di questo Blog. Reinserisco da oggi tutti i miei articoli da fine agosto La suora colombiana dai lunghi capelli ricci neri si rivolge all’anatra volata sul tetto della casa in pietra e le chiede soave: “ehi, e tu che ne pensi del mondo?”. Dialogo surreale ma pieno di senso
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Dopo Kabul. Diamo a Gino quel che è di Gino

Piccole riflessioni su storie italiane lontane e vicine. Ovvero dopo Gino Strada. La morte di Gino è infatti coincisa con l’abbandono dell’Afghanistan da parte delle forze occidentali un dì chiamate “l’alleanza dei volonterosi”. Ricordate? Si erano installate in quell’area mediorientale per combattere il terrorismo e un regime accusato di favorirlo o fomentarlo. Anzi, per realizzare
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La storia di Gino e del moto perpetuo della sua utopia

“In alcuni posti ho lasciato la salute”. Rispose così Gino Strada a Francesco Battistini che lo intervistava per il “Corriere”. Era il gennaio del 2019, Emergency compiva 25 anni. Alla domanda se si sentisse stanco spiegò che l’anno trascorso in Sierra Leone fronteggiando Ebola, nemico tra i più feroci e subdoli che avesse conosciuto, era
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Quando l’uomo nero vende sogni (veri)

Sulla sconfinata spiaggia tirrenica, sotto il sole di mezzo pomeriggio, compare d’improvviso in lontananza un oggetto semovente. Sembra un’allucinazione felliniana, una variopinta nuvola terrena. Fantasmagorica, surreale. Chi stia seduto sul bagnasciuga ha perfino la sensazione di essere vittima di una trance onirica: l’oggetto si avvicina infatti senza che all’apparenza nulla o nessuno lo sospinga. Alto
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In carne e ossa. Università itinerante a Genova: il bello di (ri)vedersi

Ossigeno e mascherine. Potrei intitolare così il mio ritorno all’università itinerante, ossia a quei viaggi estivi con 25-35 studenti o laureati della Statale di Milano per fare insieme una ricerca sul campo in materia di criminalità organizzata. Mascherine si capisce. Chi bianca chi azzurra, chi di slancio chi alla disperata, tutti se la devono portare
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Rossana, il padre e la camorra. Se la legalità non è giustizia

Funziona così. Vai dove la camorra ha ammazzato in serie (in foto un’ala di una mostra sulle sue vittime innocenti) e ti avvicinano delle persone. Più spesso donne giovani. Discrete, timide, anche se forti di una qualche ragione. Se dopo l’evento a cui hai partecipato ti si formano dei capannelli intorno, loro attendono pazienti. Poi
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Il ritorno di Amedeo: dalle risorse umane alle scoperte sulla mafia nel mondo

Dio è morto, Marx pure e anche io non mi sento molto bene. Così andavo wudialleneggiando con malinconia alle prime avvisaglie della sera arrivando all’ex manicomio Paolo Pini alla periferia ovest di Milano. Di là la notizia dei cimiteri di bimbi trovati in Canada nei terreni di una indian reservation school destinata a fine ottocento
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Il muratore di Bella Ciao

Otto del mattino. Un caffé come unica compagnia. La solita dose: la metà di una tazzina fatta a mano da un’amica, fortunata superstite di un servizio sterminato negli anni da mani frettolose. Mentre lo sorseggio giunge una voce dall’esterno. “Una mattina, mi son svegliato…”. Non c’è dubbio, canta proprio così la voce sconosciuta. “O bella
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Michela, l’eclettica del volontariato

La vidi per la prima volta in università a una lezione di mezzo pomeriggio, quando entrò in aula una giovane signora dai lunghi capelli ricci e ramati, con andatura da tailleur e tacchi. Né l’età né l’abbigliamento erano quelli di una studentessa. Sembrava interessatissima alla materia, educazione alla legalità. Pensai fosse il solito cittadino/a che
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La ragazza di Vicolo Pandolfini

Questa intervista, a firma Candida Morvillo, è uscita il 30 maggio scorso sul “Corriere.it”. E’ la versione integrale dell’intervista uscita lo stesso giorno sul quotidiano cartaceo. Due settimane fa, in quest’appartamento milanese anni ’70 zeppo di libri, il seggiolone della nipotina in salotto, con Nando Dalla Chiesa, viveva ancora Emilia. Oggi, c’è lui da solo,
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Il viaggio e il coraggio di una donna che conoscevo bene. Addio, Emilia mia

A volte capita. A me è successo quest’ anno. Dover seguire da vicino la vita di un malato, una malata. Una signora non più giovane ma molto giovanile, perfino sbarazzina. E conoscere così le fatiche quotidiane di un’Italia forse smisurata. Ho dunque visto questa signora soffrire di sintomi strani, tali da far sospettare il cosiddetto
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La favola dolorosa del capitano D’Aleo ucciso dai clan e della sua fidanzata

Una targa vuol dire molto o niente. Quella dedicata l’altro giorno al capitano dei carabinieri Mario D’Aleo al liceo Cavour di Roma vuol dire molto. Perché il capitano in quel liceo ci aveva studiato, ne era stato allievo, anche se per molto tempo la stessa scuola se n’era dimenticata. E perché l’intitolazione è avvenuta con
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Il gran rifiuto di Habermas in nome dei diritti (quelli veri)

Dunque si può. Leggo che Jurgen Habermas (in foto), sociologo e filosofo tedesco, uno dei più eminenti intellettuali europei, tra i massimi protagonisti della celebre scuola di Francoforte, ha rifiutato un ricco premio, 225mila euro, intitolato a Sheikh Zaied, ex sultano degli Emirati Arabi Uniti, destinato ogni anno a personalità mondiali della cultura. La ragione
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Gennaro Musella, il costruttore che contestava i “ribassi” di mafia

E chi se lo ricorda più quel 3 maggio del 1982? Non fa nemmeno cifra tonda. Una specie di numero grigio. Fosse il quarantesimo anniversario…E invece vorrei qui ricordarlo. Per la storia che finì quel giorno. La storia di Gennaro Musella, imprenditore salernitano trasferitosi in Calabria negli anni settanta. Una vicenda esemplare. Musella, padre di
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Qualcuno voleva colpire Giovanna Boda? Ipotesi e rovelli personali

Quella di Giovanna Boda è la più italiana delle storie. Scrivo senza sapere se riuscirà a salvarsi, come spero di cuore. Giovanna Boda (in foto alla testa di una manifestazione antimafia) è una mia amica, lo dico per sgombrare il campo da ogni dubbio. Una donna a cui il mondo della scuola deve tantissimo e
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Buone nuove da Vibo Valentia. La Calabria che alza la testa

Gli urli bisogna sentirli. Dopo che ho dedicato questa rubrica a una preside di Vibo Valentia, sempre da Vibo mi è giunta una lettera. L’ha scritta un quarantenne di Libera che ha fatto una scelta radicale: lavorare per un bene confiscato ai potenti Mancuso di Limbadi. È una richiesta di aiuto. Perché, mi chiede, non
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Piazza della Scala: la memoria che resiste tra Covid e Mafia

I nomi risuonano uno in fila all’altro davanti a Palazzo Marino, di rimpetto alla Scala. Bandiera tricolore, bandiera europea e bandiera biancorossa sul balcone del Comune, sopra lo striscione che chiede “verità per Giulio Regeni”. Bandiere simmetriche sulla facciata del grande teatro lirico. Sul mio lato destro gli stendardi della mostra del Tiepolo. I nomi
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Qui Milano: mascherine e grida manzoniane

Leggete ed esercitate la memoria, per favore: “Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi… i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno… […]A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima
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Lotta alla ‘ndrangheta. Torino, un Alberghiero a 5 stelle

E poi dice i professionali. Sono o no gli istituti scolastici con i maggiori tassi di abbandono? Racconta un luogo comune che le migliori iniziative antimafia le trovi nei licei. E spiega perché: cultura umanistica, famiglie benestanti, materie adatte per ragionare di storia e società. E invece una delle idee più brillanti in assoluto l’hanno
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Quella scuola si scusi con Simona, l’infermiera coraggiosa

È il prezzo di una rubrica settimanale. Mi ero già ritagliato mentalmente la storia di cui parlare oggi e, zac, mi ha battuto sul tempo Radio1. Volevo essere il primo, con il “Fatto”, a raccontarvi la scelta esemplare e coraggiosa di un gruppetto di medici e infermieri di Lodi che dopo avere fronteggiato, in solitaria
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La preside di San Luca. I grandi calabresi (e italiani) di cui non si parla

Uno legge e poi si chiede ma di cosa parliamo. Avete presente San Luca, la capitale mondiale della ‘ndrangheta, il paese di 4mila anime che con il suo santuario della Madonna dei Polsi fa da simbolo “morale” per tutti i clan calabresi dall’Oceania all’America del Nord? Ecco, chiediamoci in coscienza come l’abbiamo immaginato, quel paese.
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Rivolta climatica a Nord: incomincio da tre (ragazze)

Jane Fonda. Greta. Qui, invece, Giorgia. Chissà quanto il prossimo governo vorrà prendere sul serio la questione del clima. Come Joe Biden, per capirsi (foto campagna elettorale). Avrebbe i consensi delle nuovissime generazioni, che magari non votano ancora ma hanno anima e birra per ripensare il mondo a nostra insaputa. Credevo, ad esempio, che il
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Basilio Rizzo. Aspettando l’ultimo ruggito del leone

Il vecchio leone ha dato un’occhiata alla savana. Ne ha ripassato con nostalgia le fattezze. Ha preso atto che il vento e le intemperie l’hanno rimodellata, perché nulla resta uguale a prima. Ha esplorato con occhio esperto gli affossamenti nelle radure, i lasciti degli ultimi incendi, gli arbusti diradati, la fauna galoppante in lontananza. Ha
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La mia insonnia, i potenti e il cosmo. Quando la pulce si credette leone

Capita. Capita anche a chi avrebbe cento motivi per dormire come un sasso di soffrire improvvisamente d’insonnia. E di cercarsi un libro di poche pagine con cui trascorrere un paio d’ore. L’ultima notte che mi è capitato ho estratto da uno scaffale, guidato da non so quale calamita, un libretto di 85 pagine. “Sette brevi
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Miracoli della scienza: Monza-Brianza e Como impermeabili alla mafia!!! :-))

“Prof, ma allora abbiamo sbagliato tutto?”. “Ma di che sta parlando? Non capisco”. “I dati Eurispes sulla criminalità nelle province italiane. Non ha visto?”. No, in effetti non ho visto. Al telefono è Marco, mio laureato comasco. Anni addietro fece la tesi di laurea sulle organizzazioni mafiose a Como. E poi la tesi magistrale sulla
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Il nordista che odiava la pummarola. Perché il virus non è uno solo…

Raffaele Pisani è un signore quieto, gentile e colto con uno struggente ma sereno mal di Napoli, la sua città natia. Ottantenne, torna spesso a un’infanzia di privazioni, quelle della guerra, ma solo per trarne ragioni di malinconia e tracce di felicità. Oggi abita a Catania con la moglie Francesca, di cui parla come di
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A voi i miei auguri di serie B (a volte sono più belli…)

Quando queste “Storie italiane” usciranno il Natale sarà già passato. Perciò non ha senso usarle, come avrei voluto, per scrivere un’ideale lettera a Babbo Natale o a Gesù Bambino. Semmai ne approfitto per raccontarvi di un bimbo di sei anni che ha scritto una commovente lettera al vecchio Santa Claus chiedendogli di portare le medicine
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In nome della legge in Calabria. Quando ci si sente (ingiustamente) soli

Lettera di un mio laureato andato a servire la legge in Calabria. “E’ da tempo che desideravo scriverle e non so neanche – causa le centinaia di studenti che segue e ha seguito – se si ricorda di me […]. Lavoro a ….. Credo di esserci arrivato con un po’ di presunzione, per le conoscenze,
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Quei giurati popolari che hanno fatto la storia. Rivedendo il maxiprocesso

Che Dio le benedica. E il popolo italiano pure. Ecco qui i nomi: Teresa Cermiglia, Maddalena Cucchiara e Francesca Vitale (in foto). Sono le tre donne che accettarono di fare i giurati popolari al maxiprocesso di Palermo e che il bellissimo docufilm della Rai di giovedì scorso ci ha consentito di conoscere dal vivo. Con
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Il lungo fiume dell’antimafia. Ci voleva Rai Storia

Devo confessarlo. Mi sono commosso. Curando lo speciale di Rai Storia (andato in onda ieri, nessuna autopromozione) sulla storia del movimento antimafia in Italia, ho rivisto di colpo e tutta insieme una umanità che dovrebbe essere orgoglio del paese. Sarà pure stata minoranza, però lo spirito di sacrificio di tanti e tanti magistrati, funzionari pubblici,
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Peppino Alberganti, il comunista di un secolo fa, forse due

Insisto. Con il lockdown le storie italiane ti arrivano direttamente in casa. Perfino quelle che profumano di ottocento. Come l’autobiografia giuntami via posta tre-quattro giorni fa e che inizia così: “Dai miei nonni materni, la storia della mia famiglia è strettamente legata alla storia del movimento operaio da quattro generazioni. Generazioni che hanno lottato molto
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Scuola. Difendere il pubblico e lavorare per il privato….

Come ho scritto l’altra volta? Le storie italiane ti arrivano da sole. Ti raggiungono anche in treno. Sono seduto su un lato del corridoio di un regionale veloce prima che scatti il lockdown. Sull’altro lato discute una giovane coppia, marito e moglie. Nel silenzio quasi spettrale senti tutto. Parlano di un figlio dal nome esotico
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L’anomalo mondo dei garanti (dei detenuti)

Ahimé, non è che uno se le vada a cercare le notizie, il fatto è che arrivano da sé, specialmente in tempi di lockdown in cui andare in giro è altamente sconsigliato. E così me ne arrivano di nuovo sulle funzioni di quello che nel linguaggio istituzionale (il resto sono opzioni arbitrarie) si chiama in
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Sacrificare San Siro a poteri sconosciuti? Milano tra diritto, storia e denaro…

Che paese schizofrenico è questo. La scorsa settimana a Vienna la delegazione italiana all’assemblea delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale ha presentato la “Risoluzione Falcone” per fare recepire in quel consesso i principi di lotta alla criminalità organizzata propugnati dal grande giudice palermitano. Approvazione all’unanimità e gioia, giustificata, del ministro Bonafede. Italia faro
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Nuovi linguaggi Trenitalia: “persone non autorizzate lungo la linea”

“Sì, viaggiare”. Fu una canzone di successo di Lucio Battisti. Che mi soccorre durante le mie peregrinazioni aeree o ferroviarie. Delle quali di questi tempi ho nostalgia. Salvo ricapitarci dentro, come venerdì scorso. Mezza giornata di treno da incubo. Intendiamoci, Trenitalia rispetta i criteri di sicurezza molto più di quanto abbia fatto Alitalia alla fine
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La corsa di Gabriele, che sognava di emulare Falcone

La corsa di Gabriele è finita. Una corsa vera. Nella vita, per la vita, contro la vita. Da quando nel 2016, a 25 anni, gli era stato diagnosticato un tumore quasi impossibile da curare. Gabriele apparteneva alla generazione dei ragazzi palermitani nati negli anni delle stragi. Cresciuto nel mito dei due giudici, nel clima di
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Pietro Nava e l’omicidio Livatino. Storia di un testimone senza “garanti”

Leggo, vedo, e penso che a volte gli anniversari servono. A scuotere la memoria. A riportarci alla realtà per la collottola. E’ stato il caso dei trent’anni dall’assassinio del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 sulla strada da Canicattì per Agrigento (nella foto il racconto del giudice in un libro
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Te la do io la mascherina. Ovvero non sparate sulla scuola (ma solo su alcuni)

Animo. Nonostante tutto le belle notizie ci sono. E arrivano, pensate un po’, anche dal mondo della scuola. Lo stesso che ha avuto contro tutti i fucili puntati, e ancora ce li ha. Un po’ come se dopo la guerra gli italiani, invece di essere contenti del ritorno dei loro figli a scuola, avessero incominciato
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