Come ho scritto l’altra volta? Le storie italiane ti arrivano da sole. Ti raggiungono anche in treno. Sono seduto su un lato del corridoio di un regionale veloce prima che scatti il lockdown. Sull’altro lato discute una giovane coppia, marito e moglie. Nel silenzio quasi spettrale senti tutto. Parlano di un figlio dal nome esotico
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Ahimé, non è che uno se le vada a cercare le notizie, il fatto è che arrivano da sé, specialmente in tempi di lockdown in cui andare in giro è altamente sconsigliato. E così me ne arrivano di nuovo sulle funzioni di quello che nel linguaggio istituzionale (il resto sono opzioni arbitrarie) si chiama in
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