Sulla sconfinata spiaggia tirrenica, sotto il sole di mezzo pomeriggio, compare d’improvviso in lontananza un oggetto semovente. Sembra un’allucinazione felliniana, una variopinta nuvola terrena. Fantasmagorica, surreale. Chi stia seduto sul bagnasciuga ha perfino la sensazione di essere vittima di una trance onirica: l’oggetto si avvicina infatti senza che all’apparenza nulla o nessuno lo sospinga. Alto
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Ossigeno e mascherine. Potrei intitolare così il mio ritorno all’università itinerante, ossia a quei viaggi estivi con 25-35 studenti o laureati della Statale di Milano per fare insieme una ricerca sul campo in materia di criminalità organizzata. Mascherine si capisce. Chi bianca chi azzurra, chi di slancio chi alla disperata, tutti se la devono portare
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